Alcuni racconti del mio libro

 

La prima età…..a 10 anni

2-Vivere per sempre

 

Ho amato molto mio nonno Beppino. Toscano di Firenze, conoscitore del greco e del latino, un po’ filosofo, un po’ letterato e grande appassionato della montagna. Mi raccontava  solo storie bellissime. Io avevo 10 anni e un giorno gli chiesi “ Nonno si può vivere per sempre?. « Caro Lorenzo» mi rispose « la vita è come una montagna perché ogni persona deve arrampicare quella montagna da  sola. All’inizio si percorrono le valli calde e piene di sole, con tanti fiori colorati, acque e fili d’erba, lucciole e farfalle…insomma tante cose belle ed è come l’infanzia. Poi inizia la salita, a volte  ripida, dura e faticosa. Se ti fermi ogni tanto e guardi l’orizzonte  scopri panorami mozzafiato che ti ripagano dalla fatica. Alla fine arrivi in cima alla montagna dove ci sono stelle alpine , genziane e  i ghiacciai perenni risplendono ancora sotto i raggi del sole. Poi tra il cielo infinito colorato d’azzurro e qualche piccola nuvola arriva la fine del lungo viaggio». Per me quel racconto  sembrava davvero una specie di fiaba. Dissi soltanto « Nonno non andare. E’ presto …non  è ancora tempo».

 

 

La seconda età…..a 27  anni

16-Storie di amori fioriti

 

Il mio primo amore si chiamava Susanna: era una ragazza bellissima con i capelli lunghi e biondi, occhi azzurri e labbra sottili. Era di Venezia e la incontrai la prima volta sul ponte di Rialto mentre guardava una vetrina di rossetti, ciglia finte e profumi francesi. Io avevo ventisette  anni e fu subito amore a prima vista. Studiava inglese, tedesco e spagnolo a Ca’ Foscari: tutti i giorni l’aspettavo all’uscita dell’università con il mio cuore che ogni volta batteva all’impazzata. Era una bella mattina di primavera e un giorno la vidi con un altro ragazzo mano nella mano. Mi disse solo… «  Ciao, Lorenzo ». Un veloce saluto senza nessun’ altra spiegazione. Dopo un anno le regalai un anello di madreperla e ci fidanzammo ufficialmente. Da quel giorno fu un mondo di baci. Erano i baci di una volta, i baci degli anni Settanta, baci con gli occhi chiusi, profumati e passionali, così lunghi che sembravano non finire mai. Sette mesi dopo  Susanna andò Saragozza per  uno stage universitario; lì conobbe un ragazzo spagnolo e mi lasciò. In seguito  incontrai altre ragazze ma le storie sembravano ripetersi: il primo incontro, il primo bouquet di fiori (a volte di tulipani, a volte di rose rosse), il primo litigio, il primo pianto e la prima scena di gelosia. Tutto uguale, tranne il nome della ragazza: non si chiamava più Susanna ma Viola, poi Margherita poi Mimosa. Mi sono sempre chiesto dove sbagliavo. Forse erano i  tulipani o le rose colorate? Oggi, se potessi tornare indietro nel tempo, rifarei tutto alla stessa maniera. Cambierei solo il tipo di fiori: sceglierei fasci di mughetti, anemoni e ranuncoli. Dimenticavo: poi, a 50 anni, ho incontrato la persona giusta. Agnese. Bella come la luna, tenera come la notte e i baci… come quelli di una volta.

 

 

La terza  età…..di tutto un po’

20- L’ amore speciale

 

Un giorno di primavera passai in ufficio prima del  solito, feci un’abbondante colazione con succo d’arancia e un bombolone ripieno di crema. Con i miei collaboratori programmai i lavori di giardinaggio per tutta la settimana: manutenzioni, potature, nuovi progetti di terrazzi e giardini. La sera il traffico era intenso per via dell’ora di punta ma decisi di non tornare subito a casa. Fermai la macchina davanti a un negozietto che esponeva gerle fiorite e spaventapasseri colorati. Comprai ad Agnese un mazzo di narcisi gialli, tulipani rossi e giacinti  blu. La proprietaria avvolse  il tutto  in carta crespata bianca e un bel fiocco verde luccicante. Pagai, ritornai in macchina e raggiunsi casa. Agnese si stupì perché non era mia abitudine regalarle mazzi di fiori. Avvicinò il viso, aspirò il profumo, poi con uno sguardo dolce e tenero disse : « Lorenzo sono stupendi, ma perché l’hai fatto? ». Risposi semplicemente «Perché  sei la mia vita, il cuore della nostra casa. Sei le camicie lavate e stirate nel cassetto, sei i fazzoletti e le calze di lana sempre in ordine. Sei la candela accesa prima di cenare. Perché tu sei la pasta al ragù o al burro ma va bene lo stesso, perché sei le chiavi di casa, la sciarpa e un pullover  di cachemire prima di uscire da casa. Perché sei l’odore del tuo profumo francese ed io ti amo! ».  Agnese mi gettò le braccia al collo con un bacio profondo e mi chiese:

« Lorenzo…. come è andata la giornata? ».

 « Bene». Risposi.

«E tu Agnese cosa hai fatto? ».

« Le solite cose, niente di speciale ».

 

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