Lorenzo Cammelli
C’ era una volta un fiore…..
Storie, racconti e favole di un giardiniere adulto
ma nel cuore rimasto ancora bambino
Esistono ancora storie e racconti che hanno come protagonisti alberi e fiori? Forse sì, soprattutto per coloro che in giardino, in terrazzo o semplicemente sul davanzale della finestra hanno un rapporto speciale con loro. “C’era una volta un fiore…..” è una raccolta di emozioni e stati d’animo particolari. I protagonisti delle storie svelano un segreto molto intimo risvegliando i nostri pensieri più belli. In questo mondo così tecnologico forse non tutto è perduto perché i fiori distribuiscono e seminano sentimenti che non sono solo egoismo. E’ un legame di affetto, di storie vissute sin da bambino fino ad arrivare all’età adulta. I fiori, ma non solo, che diventano punto di riferimento come un dolce e nostalgico riparo. Un rifugio e un nido dove raccogliere e non cancellare i segni della memoria.
Note dell’autore
Sin da bambino mi è sempre piaciuto leggere le storie e le fiabe. Come tutti i ragazzi mi rintanavo in soffitta lontano da tutti e divoravo centinaia di libri. Poi con gli anni ho imparato a scrivere vuoi per lavoro e vuoi per diletto. In treno, nelle aree di sosta lungo le autostrade, al parco seduto su una comoda panchina. Scrivere e ricordare di eventi legati a piante e fiori durante la mia bella gioventù, l’età della stupidera. Ma visto che ho vissuto in casa, con mamma e papà fino a 35 anni ho ricordato anche quelli dell’età dei bamboccioni come qualcuno l’ha definita. E scrivo ancora adesso che ho superato i 60 anni , quelli della 3 età. Qualcuno sostiene che vivremo molto più a lungo, oltre i cento anni : ci sarà la 4 età e , perché no, anche la 5. Forse sarà così ma oggi, della mia vita, mi piace pensare che sia trascorsa solo ed esclusivamente in età ben definite :la 1, la 2 e la 3 età. Di tutto questo ho scritto di piante e fiori, qualche ricordo , racconti personali e brevi storie. Voglia di tornare un po’ Peter Pan oppure la paura di invecchiare?
Il commento di Aldo Maria Valli (Giornalista R.A.I)
E’ lo stupore la nota dominante dei racconti di Lorenzo Cammelli. Lo stupore provato davanti a un fiore, a una foglia, a un filo d’erba. Lo stupore di cui sono capaci gli uomini grandi. Perché la capacità di stupirsi, anche se si dice spesso che appartiene ai bambini, è il vero tratto distintivo del saggio. Ovvero di colui che, non dando sulla per scontato, resta sempre bambino perché sa guardare attorno a sé e oltre se stesso, nella consapevolezza che la vita riserva sempre qualcosa da imparare. Con i suoi racconti Lorenzo Cammelli ci chiede di diventare complici di una vita che si è svolta, e si sta svolgendo, proprio come quella di un giardiniere: osservando le piccole cose e traendone spunto per gustare ogni momento come se fosse l’ultimo, nella sua pienezza e irripetibilità. Per fare questo non occorrono grandi conoscenze filosofiche o matematiche. Basta sedersi sotto un pero selvatico, come fa l’autore una sera, e notare la luna che spunta nel cielo. Ogni giardiniere che sia veramente tale deve essere paziente. Non può usare le maniere del dittatore e imporsi con la forza. Fiori e piante hanno bisogno di comprensione, affetto e cure continue, proprio come le persone. In una parola, hanno bisogno d’amore. Dai racconti di Lorenzo si capisce che per lui l’amore non è mai stata una faccenda semplice. Ragazze conosciute e perdute, storie che lo hanno cullato nell’illusione e dalle quali si è risvegliato ogni volta, puntualmente, con un senso di vuoto. Ma alla fine l’amore vince sempre, e così Lorenzo può dedicare ad Agnese il pensiero più bello: Agnese, “bella come la luna, tenera come la notte, e i baci… come quelli di una volta”.